Voce artificiale: i diritti della voce clonata dalle AI

Voce artificiale, diritti e rischi dell'uso delle AI nella creazione dei contenuti vocali.

Tabella dei Contenuti

Ne abbiamo parlato in un webinar gratuito insieme ad Alessandro Vercellotti di Legal for Digital, nostro caro amico e collaboratore.

La voce artificiale è un argomento attuale e molto discusso, specie per i casi legali che ne sono conseguiti: attori e doppiatori si sono trovati clonati in voce artificiale, agenzie che usano la voce artificiale per creare contenuti senza chiamare speaker e narratori, fino al caso dell’intera categoria di audiolibri letti da voce artificiale che Audible ha reso disponibile qualche mese.

Se la voce artificiale sta diventano cosi così presente nel mondo digitale, la voce reale sarà ancora usata?
Voce artificiale e voce naturale possono collaborare? E se sì, come?

Abbiamo cercato di parlane in modo costruttivo con l’avvocato Vercellotti, per capire come prepararci al meglio ad un’inevitabile e –si spera- pacifica convivenza tra voce artificiale e voce reale.

Voce artificiale: i diritti della voce clonata dalle AI

Voce artificiale, furti e clonazioni: una panoramica

La voce artificiale copia quella umana?

Cominciamo a contestualizzare la questione: non è la voce artificiale a clonare la voce umana bensì l’azienda che la crea/usa/addestra, dunque teniamo ben presente che dietro alla voce artificiale c’è sempre dietro un’azione assolutamente umana.

Aziende, dunque persone, usano e addestrano le AI affinché la voce artificiale si costruisca e migliori continuamente, attingendo da fonti che possono venir indicate in maniera specifica o generica.

Ricordiamoci infatti che ogni tool AI viene addestrato per imparare e lavorare in maniera evolutiva e migliorativa, attraverso un addestramento diretto oppure indiretto, basato sull’analisi di fonti originali che vengono scomposte, analizzate, comprese e riprodotte in un tentativo di personalizzazione basata, appunto, sulle capacità in evoluzione dell’AI.

Voce artificiale: la voce umana è un tratto identitario?

Nel caso della voce, stiamo parlando assolutamente di un tratto identitario dell’individuo.

Racchiude in sé una serie di informazioni acustiche relative al preciso individuo di cui fa parte, ed è parte di ciò che risponde ai diritti commerciali dell’artista, proprio come la sua immagine e le sue produzioni artistico-professionali.

Grazie ad un esame specifico, la biometria vocale, è possibile riconoscere la voce di una persona rispetto ad un’altra e, nel regime legale italiano, la biometria vocale usata in analisi forense audio, costituisce prova probatoria.

Purtroppo, per la natura fisiologica della voce umana, la biometria vocale non è in grado di riconoscere una voce artificiale da una umana, specie se la voce artificiale è evoluta come le attuali.
Nel panorama delle voci AI d’oltreoceano, infatti, la tecnologia ha portato a livelli di eufonia pazzeschi, tanto da faticare davvero a capire se sia parlando una persona o un software.

Attualmente il panorama italiano non è ancora così evoluto, ma il settore della voce artificiale è in rapida crescita, dunque è plausibile pensare che tra qualche mese le voci AI diverranno sempre più raffinate.

Voce artificiale: come si crea una voce AI?

Come ogni altra intelligenza artificiale, la voce AI viene addestrata attraverso tecniche di sintesi vocali basate sull’apprendimento automatico e l’uso di reti neurali di diverso tipo.

La voce artificiale si costruisce imparando dalle voci umane che le vengono segnalate o che trova in base alle indicazioni di addestramento.

Attraverso una serie di classifcazioni, tassonomie e unità tassonomiche, l’AI comprende il suono legato alla specifica intenzione o condizione e lo riproduce all’occorrenza, in un processo di continua revisione e re-indirizzamento.

Voce artificiale e voce umana: come distinguerle?

Come dicevamo anche ad un’analisi biometrica sarebbe difficile distinguere una voce artificiale da una umana, sebbene allo stato attuale delle cose in Italia si riesca ancora a capire quando la voce è naturale o AI da determinati elementi prosodici e, soprattutto, dal calore.

Se con frasi brevi possiamo cadere inganno, con testi più lunghi, ad esempio con le voce narrante degli audiolibri, è immediato capire se ci troviamo davanti ad una soluzione AI text-to-speech o ad una voce reale.

Tuttavia è bene ricordare che l’uso della voce artificiale non è esploso adesso, bensì è parte della comunicazione commerciale da diversi anni, anche nelle forme più grezze.
L’inevitabile evoluzione tecnologica sta ora portando ad un’ottimizzazione delle risorse economiche da parte di molte aziende ma, come per ogni cosa, se adesso assistiamo ad un picco di utilizzo e rumore intorno al concetto di voci AI, ricordiamoci che come in ogni altri contesto, gli equilibri si assestano solo con il tempo.

Il fattore empatico, infatti, ha e avrà la meglio negli ambiti relazioni, dove il calore della voce non è solo dato da analisi e riproduzioni, ma dall’estemporaneità ed unicità della relazione che la voce crea.
E quello, per ora, ci appartiene in quanto essere umani.

Una voce artificiale ha clonato la mia voce: di chi è la colpa?

Se la nostra voce viene fedelmente riprodotta da una voce artificiale, messa in commercio e usata da un’azienda X per i propri contenuti, di chi è la colpa?

In questo caso ricordiamo che il diritto commerciale è leso primariamente dall’azienda che usa quella voce, non tanto dalla produzione dell’intelligenza artificiale che ha riprodotto la nostra voce.

Certo, come abbiamo detto ci troviamo a maneggiare la delicata questione del riconoscimento vocale tramite la biometria e l’analisi, ma in questo fosse di nostra intenzione portare avanti una causa legale, faremmo sicuramente bene a raccogliere quanti più dati possibili e sottoporli ad un legale specializzato.

Tutelare la voce dalla clonazione in voce artificiale

Quando lavoriamo con la voce, è sempre bene tutelarci con un contratto anche e soprattutto sui diritti di utilizzo che cediamo sul nostro registrato in tutte le sue forme.

Spesso trascuriamo gli aspetti legali legati all’uso della voce, ma non dobbiamo mai dimenticare che si tratta di un tratto identitario che rientra negli ambiti della privacy della persona e dei diritti commerciali dell’opera creata.

Non potendo agire contro le dinamiche dirette di addestramento di alcune AI, per le quali rispondono sempre le aziende creatrici, dobbiamo tutelarci a partire dai lavori che già facciamo.

La voce artificiale, diritti e responsabilità legale

Nel webinar abbiamo affrontato la questione della creazione dei contenuti sui social, del dominio pubblico e dei diritti d’uso che conseguono alla pubblicazione della nostra voce sugli ambienti social.

Ricordiamo che la creazione di contenuti in ambiente di dominio pubblico non sottende la possibilità di riutilizzare le nostre opere o le opere derivate, e ricordiamo che gli aspetti legali nel digitale sono complessi e vanno argomentati a seconda dei casi.

Se creiamo contenuti per noi o per altri, se vogliamo lavorare con la voce, se lavoriamo con un contratto o senza, le situazioni possono cambiare di tantissimo anche in sottili sfumature, quindi è impossibile generalizzare l’argomento.

Per approfondire quel che è stato detto sulla voce artificiale vi invitiamo a rivedere il webinar, che è rimasto disponibile per gli iscritti nelle academy di Mettiamoci la Voce® e Legal for Digital®