Tic nervosi, quali sono i tic verbali che trasportiamo nel podcast

I tic verbali che abbiamo nel parlato li trasportiamo nel podcast? Sì lo facciamo e, spesso, non ce ne rendiamo nemmeno conto. Ma cosa succede al nostro podcast quando è pieno di tic verbali? Leggi l'approfondimento di Valentina!

Tabella dei Contenuti

I tic verbali che abbiamo nel parlato li trasportiamo nel podcast?
Sì lo facciamo e, spesso, non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Cosa succede al nostro podcast quando è pieno di tic verbali?

Parliamo dei tic verbali che trasportiamo dal parlato al podcast e di come impattano nella resa del nostro audio, nell’interesse del nostro ascoltatore e nella percezione della nostra professionalità.

Cosa sono i tic nervosi

I tic nervosi sono gesti involontari che compiamo senza rendercene conto. Più nello specifico sono contrazioni rapide, ripetitive e involontarie di un gruppo di muscoli; possono essere gesti con le dita, movimenti facciali, scrollate di spalle, ecc…

Nel nostro caso, nel panorama delle narrazioni audio, i tic verbali sono gesti sonori involontari, di cui fanno parte anche i segregati vocali, e che caratterizzano il nostro parlato e, ovviamente, il nostro podcast.

Soprattutto se il podcast è in formato free talk, il nostro narrato rischia di essere pieno di tic verbali che impattano in maniera negativa sull’esperienza di ascolto e sulla professionalità della nostra figura, specie se nel podcast portiamo la nostra professione.

Una voce sicura, accogliente o autorevole a seconda del tono della tua persona/comunicazione, necessita una corretta pulizia, un tono adeguato e l’imprescindibile intelligibilità; i tic verbali del parlato vanno individuati e corretti, per evitare che finiscano nel tuo podcast e sporchino la qualità del tuo contenuto.

Anche i tic verbali sono tic nervosi

I tic verbali sono suoni “involontari” e abitudini prosodiche individuali, che caratterizzano il nostro parlato.

Ad esempio segregati vocali come “eeeh” e “mmm” tra una frase e l’altra (o tra una parola e l’altra); intercalari come parolacce, avverbi o parole che ripetiamo spesso, e inutilmente a livello grammaticale, nei nostri discorsi; tic verbali nervosi come deglutizione ripetuta, schiocchi di lingua o di labbra e tutta quella serie di movimenti legati a manifestazione di agitazione o disagio che inseriamo nel parlato senza accorgercene.

Tutti questi tic verbali finiscono nel nostro podcast e rimangono irrimediabilmente incisi nell’audio e nelle orecchie dei nostri ascoltatori.

La voce nel podcast, ci rappresenta in maniera diretta e trasmette la nostra personalità (e competenza) attraverso un’altissima percentuale di elementi paraverbali: tono, volume, timbro, velocità e…tic verbali!

I tic verbali trasmettono una serie di messaggi impliciti che, oltre a infastidire l’ascolto in cuffia, influenzano la percezione del nostro ascoltatore rispetto alla nostra figura di speaker come di professionista.

Se mmmm ogni eeehm due parole uuuhm tu eeeeh infli mmmmh segregati vocali (eccetera) dai l’impressione di non essere assolutamente preparato sull’argomento di cui parli, ci avevi mai pensato?

Tic verbali e registrazione podcast

Quando registriamo un podcast dobbiamo stare attenti ai tic verbali, per mantenere il nostro parlato pulito e chiaro per l’ascoltatore.

Quando il tic verbale non è definito da problemi fisiologici o psicologici su cui si interviene in ambito medico, una buona formazione sull’uso della voce pone la giusta attenzione all’individuazione dei tic verbali, alla relativa presa di coscienza per evitarli in lettura.

Se la narrazione del podcast presente un esagerato numero di tic verbali come, appunto, segregati vocali, l’attenzione al contenuto diminuirà perché se in una relazione in presenza, l’impianto paraverbale è ripartito tra corpo, contesto e voce, in una relazione 1:1 solo audio, tutta l’attenzione è concentrata sul suono e, di questo suono, ogni elemento viene percepito e analizzato; come quando senti una persona al telefono e ti accorgi che è stanca o che “qualcosa non va” solo dal tono della voce.
Il modo in cui usiamo la voce, soprattutto quando vive in una dimensione solo audio, influenza all’80% la ricezione del nostro messaggio; ecco perché, se scegliamo di fare un podcast, dobbiamo essere attenti ai tic verbali e a tutta quella serie di fattori che compromettono o modificano il suono del nostro parlato.

Consigli per evitare i tic nervosi nel podcast

Per evitare di portare i tic verbali in studio di registrazione e nel nostro podcast, il primo consiglio è sicuramente quello di fare un minimo di formazione sull’uso della voce: alcuni tic verbali, infatti, dipendono dal modo in cui dosiamo il fiato o gestiamo la fonazione, e con un buon lavoro vocale si risolvono facilmente.

Un altro consiglio è sicuramente quello di preparare quanto più possibile il testo leggendolo e rileggendolo (o provandolo e riprovandolo) per costruire quella base di sicurezza che aiuta a evitare incertezze e segregati verbali involontari: più siamo sicuri di quello che leggiamo o diciamo, e meglio uscirà la nostra voce!

Un’ottima soluzione è quella di registrarsi e riascoltarsi in fase di studio, annotando su carta tutte le volte in cui sentiamo il tic verbale che vogliamo evitare, utilizzando questo foglio con gli appunti per studiare una declamazione più pulita e ottenere una lettura funzionale.

I tic verbali determinati da condizioni fisiche, psicologiche o morfologiche, necessitano invece del supporto di specialisti come medici, psicologi e logopedisti che, dopo un’attenta analisi della situazione, sapranno indicarti la migliore soluzione.